Recensioni

L’ANIMA DEL PAESAGGIO NEI DIPINTI DI LUCA CIGARINI 

di Alfredo Gianolio    

Alfredo GianolioIl paesaggio è il tema dominante nella comunicazione visiva di Luca Cigarini e non potrebbe essere diversamente. È una scelta obbligata, dovuta al suo amore per la natura e ai suoi studi in agraria, compiuti all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove ha conseguito una laurea specialistica in materia a pieni voti con una tesi sperimentale sull’agricoltura biologica. L’avvicinamento alla natura e quindi al paesaggio ha avuto una motivazione scientifica congiunta a un interesse di carattere estetico, manifestatosi nella rappresentazione dei luoghi da lui più assiduamente frequentati e che lo hanno attratto in quanto, per essere stati abbandonati dall’uomo, hanno richiamato la presenza di uccelli della cui esistenza ci eravamo dimenticati, riproponendoci una natura incontaminata, non ancora violata da interventi devastanti e inquinanti.

Rappresenta preferibilmente nei suoi dipinti i solitari terreni in pendenza da Ventoso a Montebabbio, nidi vuoti di uccelli che hanno trasmigrato, pioppi e salici potati. Inoltre la Valle del Tresinaro ove trovano rifugio e pastura aironi cenerini e garzette bianche. Si scorge, eretta sulla riva del torrente, la nitticora, una specie di airone dalle zampe corte, in attenta attesa del passaggio di un pesce da catturare. La sorgente del Tresinaro dove l’acqua, che sgorga spontaneamente, forma un piccolo lago.

Il Monte delle Tre Croci il cui drammatico aspetto è contrastato nello sfondo dalla vegetazione spontanea molto verde e rigogliosa. I grandi cipressi accanto alla chiesa di San Ruffino.

Visioni diverse ma nelle quali gli elementi rappresentati hanno un sotteso valore simbolico e si inseriscono in paesaggi non convenzionali, né idilliaci né sereni, in cui sono assenti gli aspetti pittoreschi e romantici della tradizione tardo-ottocentesca.

In essi Cigarini non ricerca la fuga da una quotidiana realtà ingrata, ma aspetti significativi che ci conducono a coglierne momenti a volte misteriosi e inquietanti. Cigarini non è un autodidatta in quanto, se è vero che non ha seguito studi accademici, ha avuto, come egli stesso ama ricordare, alle scuole medie un bravo professore di educazione artistica dal quale ha appreso l’uso dei colori e la resa figurativa della profondità spaziale.

Il suo apprendimento dell’arte pittorica è poi continuato con un metodo fondamentale, valido anche per i più consumati accademici, vale a dire quello di affrontare e risolvere le difficoltà tecniche mediante una continua sperimentazione. E nel ricercare l’”anima” del paesaggio, quello che sa esprimere e comunicare oltre le sue apparenze.

I QUADRI DI LUCA CIGARINI

di Stefania Ferrari

È uno spazio surreale, saturo di colore accostato, con forme lineari e semplici, senza sbavature, quello che campeggia nelle opere di Luca Cigarini. Cieli in cui galleggiano soli multipli, terre desolate eppure palpitanti, personaggi dalle fattezze precise, immobili, statuari, ma dall’intensità inaspettata. Un viaggio nei meandri della psiche profonda, per ritrovarsi.

LE 7 RECENSIONI di Gianni Tincani (2018)

1 Devo fare ammenda.
Dopo tanti anni che frequento le mostre di Open Art, non conoscevo la pittura di Luca Cigarini.
Ma com’è stato possibile?
Forse per quella sua modestia che lo tiene lontano dal clamore della competizione… forse perché non ama ostentare i suoi quadri…
Forse… forse…
Morale della favola: mi era sfuggito!
Ma ora che ho visto le sue opere esposte in Rocca a Scandiano, posso affermare di essere stato folgorato da una piacevole rivelazione.
Quello che mi ha colpito subito dei suoi quadri è la particolarità della vaporosa atmosfera e dello spazio irreale. Sono piatti ma al tempo stesso profondi paesaggi da dove si levano ciminiere, alberi o croci che lasciano intravvedere un terreno solcato da vaghe tracce forse umane, animali, vegetali o minerali…
Sono APPARIZIONI che si possono applicare a tutti i suoi quadri, tanto è difficile dire di più senza il pericolo di tradire l’indefinibile sentimento che da loro si sprigiona.

2 La bellezza dei suoi quadri parte probabilmente da quella percezione fondamentale che li avvicina a quelli di Yves Tanguy, uno dei maestri del surrealismo, con l’aggiunta dell’immensità del paesaggio della sua Scandiano.
Questi pochi tratti non possono evidentemente pretendere di spiegare quanto vi è di intimo nella sua pittura.
Personaggio schivo ma anche solare, Luca Cigarini è IL PROTOTIPO DELL’ARTISTA UNICAMENTE PERVASO DAL PROPRIO UNIVERSO INTERIORE.

3 I quadri di Luca Cigarini trasmettono sin da subito il sentimento di solitudine e di malinconia di cui è pervasa la sua opera.
L’intera sua evoluzione non è che una lunga e meditata esplorazione di se stesso, una lotta contro l’immobilità del paesaggio da cui, d’altronde, si libera dandogli una forma.
Nelle sue opere sembra quasi che via via i riferimenti alla realtà si affievoliscano per dare libero corso alla FANTASIA E AL SOGNO.

4 La pittura del paesaggio ha sicuramente in Luca Cigarini uno dei suoi interpreti migliori: un autentico artista che ha saputo dare il massimo della sua sostanza.
Anche se volutamente si tiene nel riserbo e nell’ombra, la sua luce è quella dell’ASTRO SCINTILLANTE!

5 Di primo acchito, è difficile distinguere nella sua pittura delle tappe che ne identifichino il cambiamento: ci si trova davanti, piuttosto, al lento evolversi di un’unica ossessione, dove non compaiono che minime varianti.
E’ una pittura che appena si muove: non ha il carattere parossistico dell’immagine in movimento, ma tutt’al più la lentezza rassicurante della lanterna magica: ciascun quadro sembra fissare un momento immutato nell’ETERNITÀ DEL TEMPO!

6 Parliamo dei paesaggi di Luca Cigarini: essi costituiscono il suo soggetto preferito, e senza dubbio la finalità liberatrice e catartica della sua poetica.
Nelle scene di paesaggio, il carattere generale, che viene via via individuandosi, è quello che potrei definire come la “poetica dell’albero”.
Tuttavia, la ragione del naturalismo di Luca Cigarini non deriva che in seconda istanza da una funzione descrittiva, imperniandosi invece in un profondo, strutturale bisogno della psiche.
Gli alberi, le ciminiere, le croci sono per il pittore la suprema forza, la suprema immagine, la linfa di una vitalità profonda che confina con il DIVINO.

7 I soggetti di Luca Cigarini hanno una patina “arcadica”: mostrano paesaggi dall’atmosfera serena, calma, tranquilla, in cui traspare il suo spirito visionario.
Nelle sue opere, il pittore ci dà con tocchi misurati di colore, senza pietrificare i particolari, immagini ricche di “pathos”.
EGLI NON DESCRIVE LUOGHI, MA ATMOSFERE ROMANTICHE, SPAZI, LUCE, CIELI; con un’ottica struggente che ricorda l’aria tersa dei fiamminghi, un’aria che sembra quasi di toccare con mano.
I suoi quadri sono dipinti senza rigori prospettici, ma con un’ampiezza di cieli sempre emotivi nelle luminescenze e negli addensamenti di nubi brillanti.
Un mondo che ritroviamo in Utrillo, in Rousseau il Doganiere, e soprattutto in Rosai: IL VALORE PSICHICO DELLA POETICA DEL PAESAGGIO!

 

 

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